Perchè le fibre riciclate possono essere un’ottima alternativa sostenibile?
Da gennaio 2022, come previsto dal decreto legislativo n.116/2020, in Italia è stata resa obbligatoria la raccolta dei rifiuti tessili. La scadenza europea era stata fissata per il 2025. Lo sappiamo, l’industria tessile è la seconda più inquinante al mondo, ma anche quella con più possibilità di orientarsi verso un’economia circolare.
La richiesta del mercato di nuovi prodotti che utilizzino fibre riciclate è l’incentivo principale per rendere interessante, per l’industria, la raccolta dei rifiuti tessili inutilizzati
Sono sempre di più le aziende di moda sostenibile che ricorrono all’utilizzo di fibre riciclate per la composizione dei propri capi di abbigliamento. Spaziando dal cotone riciclato, al poliestere riciclato ricavato da bottiglie di plastica provenienti dagli oceani, alla lana o cashmere rigenerato.
Tutti questi materiali provengono da un processo di riciclo vero e proprio che consente di ridurre, almeno in parte, la spazzatura tessile.
Purtroppo, ad oggi, solo l’1% dei vestiti e dei tessili viene riciclato in nuovi vestiti.
L’obiettivo è aumentare sensibilmente questa percentuale.
Il poliestere riciclato
Innanzitutto, come accade spesso, il poliestere riciclato e le altre fibre riciclate non sono la soluzione perfetta, presentano sempre dei pro e dei contro, che analizzeremo assieme.
Il poliestere riciclato (rPET) è una fibra tessile sintetica che si ricava fondendo la plastica e dando vita ad una nuova fibra di poliestere.
Questo processo fa in modo che la plastica, materiale non biodegradabile, non finisca in discarica, negli inceneritori, o negli oceani.
Infatti, secondo l’ONG Ocean Conservancy oltre 8 milioni di tonnellate di plastica viene dispersa negli oceani ogni anno. Dato che si aggiunge ai già 250 milioni di tonnellate che circolano negli ambienti marini (2020). Proseguendo con questo ritmo entro il 2050 gli oceani conterranno più plastica che pesci.
Le microplastiche che ne derivano sono ovunque: laghi, oceani, alimenti che mangiamo ogni giorno (pesci che l’hanno precedentemente ingerita, ad esempio).
L’industria dell’abbigliamento, purtroppo, è una delle principali fonti di inquinamento, si stima, infatti, che nelle discariche finiscano ogni anno 140 milioni di sterline di vestiti.
Il poliestere riciclato è una buona alternativa, perché presenta le stesse caratteristiche tecniche del poliestere vergine, ma per produrlo viene utilizzata il 59% in meno di energia. Per non parlare delle emissioni di CO2 estremamente ridotte.
Per questo, tutte le nostre giacche ed articoli “da esterno” utilizzano solo poliestere riciclato e mai nuovo poliestere. Riteniamo infatti che non abbia molto senso realizzare capi che “salvano gli animali” e, allo stesso tempo, utilizzare nuovo poliestere.
Cotone riciclato
Con il termine cotone riciclato (o rigenerato) intendiamo la conversione del tessuto di cotone in fibre che possono essere riutilizzate in nuovi prodotti tessili. Il cotone riciclato, diversamente dal poliestere riciclato, rientra nella famiglia delle fibre naturali.
Il riciclo di cotone può avvenire pre o post consumo. Nel primo caso parliamo dei resti generati dagli avanzi di tessuti che vengono scartati al momento del taglio. Nel secondo caso, invece, facciamo riferimento a tutti quei tessuti, tappeti, materassi, indumenti e molto altro, le cui fibre di cotone verranno riutilizzate.
Il maggior volume di cotone riciclato viene prodotto attraverso i rifiuti pre-consumo, anche se la quantità di rifiuti tessili maggiore è quella post consumo.
La selezione di AlgoNatural è composta da diversi capi in cotone e/o poliestere riciclato. T-shirt, giacche a vento, felpe. Una commistione unica tra tessuti naturali e tessuti più tecnici, ma rigorosamente riciclati.
La difficoltà di riciclare
La quantità di capi composti da un’unica fibra si è drasticamente ridotto, il chè rende molto difficile la separazione delle fibre per il loro utilizzo. Se ad esempio una t-shirt è composta da cotone e poliestere, il procedimento per separare i due materiali avrà un costo molto alto, disincentivandone il riciclo.
Anche i vestiti in 100% cotone non possono essere riutilizzati senza aggiungere nuovamente fibra di cotone vergine: la fibra di cotone, dopo il riciclo, diventa troppo corta e quindi non sufficientemente resistente ad una successiva lavorazione.
Difficoltà che possono essere risolte in parte, ma su cui si sta lavorando in maniera sempre più concreta ed assidua.
Qual è l’alternativa migliore?
Acquistare ed utilizzare abbigliamento in fibre riciclate è un grandissimo passo avanti per l’ambiente, tenendo ovviamente conto di tutti i pro e contro correlati.
Sicuramente è fondamentale fare tutto il possibile per acquistare articoli in poliestere riciclato (giacche a vento, pile, borse) al posto di quelli realizzati con nuovo poliestere.
Le fibre da prediligere in ogni caso sono le fibre naturali e certificate. Per la salute, per le condizioni lavorative di coloro che coltivano e lavorano la fibra e le caratteristiche intrinseche delle fibre stesse.
Le fibre riciclate devono essere un’alternativa per ridurre la quantità di rifiuti tessili e per ridimensionare la propria impronta ecologica. La soluzione migliore sarebbe possedere esclusivamente capi in fibre naturali o riciclate. Evitando totalmente ciò che deriva dall’industria della moda veloce o della moda tradizionale.
Come cittadino responsabile e appassionato di moda, sono molto contento di questa nuova normativa che obbliga la raccolta dei rifiuti tessili inutilizzati. Sono consapevole del grande impatto ambientale causato dall’industria tessile e sono felice di sapere che finalmente si sta cercando di trovare soluzioni per ridurne l’impatto. L’utilizzo di fibre riciclate è un grande passo avanti verso un’economia circolare e spero che sempre più aziende di moda sostenibile aderiranno a questa pratica. Inoltre, è importante sensibilizzare i cittadini a riciclare i propri vecchi tessuti e a preferire abbigliamento realizzato con materiali sostenibili. In questo modo possiamo contribuire tutti insieme a ridurre l’enorme quantità di rifiuti tessili prodotti ogni anno. Sono inoltre felice di sapere che sempre più aziende stanno utilizzando materiali riciclati, come il poliestere e il cotone, per la produzione dei loro capi di abbigliamento. È importante continuare su questa strada e spero che con il tempo possiamo aumentare la percentuale di tessuti riciclati utilizzati, contribuendo così a ridurre l’inquinamento dei nostri oceani e dell’ambiente in generale. È anche molto incoraggiante vedere che, grazie a questa nuova normativa, sempre più materiali tessili vengono recuperati e riciclati invece di essere portati in discarica. Spero che questa sia solo l’inizio di un percorso verso una moda più sostenibile e responsabile.