Cosa significa “prezzo sostenibile”?
Partiamo da una domanda. Quali sono gli aspetti che voi prendete in considerazione al momento dell’acquisto?
Qui, ovviamente, ci riferiamo all’acquisto di un capo di abbigliamento.
Qualità del prodotto? Fibra da cui è composto? Vestibilità? Rapporto qualità/prezzo? PREZZO?
Il prezzo. Come facciamo a decidere che quel prezzo, è il prezzo giusto per quello che stiamo acquistando. E, soprattutto, cosa significa prezzo GIUSTO? Giusto in che senso. Nel senso di sostenibile? Ma per chi?
Alcune considerazioni
Facciamo alcune riflessioni insieme.
(Per correttezza, vogliamo specificare che queste riflessioni partono da situazioni che abbiamo riscontrato, purtroppo, anche nel mondo della moda “sostenibile”. E, di conseguenza, ci sembrava giusto approfondire il tema anche per chi non fa parte del settore).
Ne abbiamo parlato tante volte. Proporre abbigliamento sostenibile non significa solamente vendere un capo fatto di una fibra naturale.
Significa mettere a disposizione dei clienti un prodotto la cui INTERA produzione, dalla coltivazione alla distribuzione sul mercato rispetta degli standard di sostenibilità ambientale, sociale ed etica.
Le condizioni dei lavoratori lungo L’INTERA FILIERA, l’uso di prodotti naturali per la coltivazione della fibra, un salario adeguato per tutte le figure coinvolte, un orario di lavoro consono, la sostenibilità del packaging, un prezzo accessibile a molti senza scendere nella logica consumistica della grande distribuzione.
E moltissimo altro.
Il prezzo include tutto e soprattutto il “valore” di quel prodotto
Tutto, e intendiamo proprio TUTTO, influisce sul prezzo a cui acquistiamo, ad esempio, il nostro bellissimo maglione di lana irlandese o la tuta per il nostro bambino.
Se vogliamo far parte di una rete di sostenibilità, come rivenditori, non possiamo escludere nemmeno UN fattore quando decidiamo il prezzo di vendita.
NON possiamo entrare nella logica del ribasso, perché questo significherebbe non tenere conto delle PERSONE impegnate nella produzione e distribuzione di un capo.
I brand di moda sostenibile ed etica, propongono un prezzo di vendita consigliato che tiene conto di tutti questi fattori e garantisce a tutti i protagonisti della produzione e distribuzione una equa ricompensa per il loro lavoro.
Noi ci atteniamo a questa logica e solo in alcune occasioni, con motivazioni specifiche, presentiamo delle offerte ai nostri affezionati clienti.
Perché non possiamo vendere al prezzo che vorremmo?
Certo, anche a noi piacerebbe poter vendere il nostro maglione a 90 euro invece che 120. Ne venderemmo sicuramente di più e, per la teoria dei grandi numeri, alla fine il nostro guadagno sarebbe maggiore. Ma a che costo? E per chi?
Questa è esattamente la logica da cui fuggiamo. Il motore della fast fashion:
– Costa meno, mi sembra di avere una capacità di acquisto più elevata, acquisto di più, mi stufo più velocemente, butto via, ricompro –
E, soprattutto, se noi paghiamo poco un capo, significa che qualcuno, nella filiera produttiva o commerciale, ne sta pagando il prezzo.
Non vi suona un pochino “malata” come logica?
Noi non ci stiamo. Finché ci sarà possibile cercheremo di venirvi incontro, ovviamente, ma senza andare mai sotto al PREZZO SOSTENIBILE.
Ossia quel prezzo che al suo interno racchiude una filiera di sostenibilità sociale, ambientale ed etica, in cui nessuno è stato lasciato indietro o penalizzato, sfruttato, sottopagato per vendere ad un prezzo più basso in una logica consumistica.
Non più la logica del ribasso, ma la logica del “più amore”.